PTR Instruction

Aspettativa di efficacia o aspettativa di risultato?
 

di Marco Vecchi


Marco Vecchi

-PTR Master Professional
-PTR International Tester
-PTR International Workshop Leader
-Cofondatore di R.I.T.A. (Research Italian Tennis Association

conseguenza la tecnica esecutiva di tutti i colpi se ci si prepara specificatamente per vincere la gara.?  Tutti ben sappiamo che la strategia per vincere da under dieci o da under dodici si basa esclusivamente sulla regolarità nel rimandare la palla, il servizio è relegato ad una rimessa in gioco verso l'alto, il gioco a rete in tutte le sue varianti completamente da evitare. Le dimensioni del campo regolamentare, dove abitualmente si disputano i tornei, obbliga il ragazzino ad un gioco  limitato  all' attesa dell'errore dell'avversario. Ogni tentativo di fare il punto, di dimostrare creatività nel cercare soluzioni tecnico-tattiche alternative, sfocia in una grande improbabilità di conseguire il quindici e di conseguenza, giustamente da questo punto di vista, evitato. Insieme a tale coercizione tecnica vi è in aggiunta grande carico di stress, sia perché da un gioco di abilità si passa ad una gara di resistenza, sia perché nella quasi totalità dei casi il giovane giocatore non è istruito a  gestire l'ansia che la situazione produce.
L'ambiente intorno a lui anziché favorirlo

paradossalmente lo danneggia creando sproporzionate  esaltazioni per la vittoria e patetici drammi per la sconfitta. Ma allora non bisogna gareggiare? Certamente che occorre farlo e fin da subito!. Fondamentale risulta il giusto approccio, dimensioni del campo ( mini o midi tennis),tipologia della palla ed altezza della rete adeguate, soprattutto però una preparazione specifica che,  perché sia del giocatore,  deve essere prima del maestro  poiché ad esso spetta il compito di dover formare ed informare. L'attività agonistica giovanile risulta fondamentale, ma perché abbia un senso essa deve rappresentare un momento prettamente didattico nel quale và evidenziato la qualità della prestazione in modo scisso dalla vittoria o dalla sconfitta che pur contano ma solamente in funzione di una proiezione futura. Il danno creato dall'odierna impostazione non solo mortifica il presente ma tende e bloccare il futuro, in quanto anche quei ragazzi che ottengono la vittoria ( tralasciamo gli abbandoni e i disamoramenti per non uscire di argomento) si abituano tecnicamente ma ancor peggio mentalmente ad un gioco passivo che risulta diametralmente opposto rispetto alle moderne caratteristiche del tennis di vertice. Il corpo si muove velocemente solamente se la mente che lo governa è abituata a fare altrettanto.

Di certo ogni progetto di lavoro deve fondarsi su di un'accurata stesura degli obiettivi. Ancor prima di cominciare occorre porsi un interrogativo, decidere se individuare obiettivi riferiti alla aspettativa di risultato o obiettivi riferiti all'aspettativa di efficacia. Obiettivi che  si riferiscono alla vittoria, dipendente e relativa al livello di prestazione dell'avversario o obiettivi che si riferiscano al successo, cioè al progredire di capacità  acquisite?

La risposta  in questo caso sembrerebbe ovvia,  ma la realtà che spesso ci circonda sembra rendere lecito tale domanda. Già, perché il maestro attraverso le vittorie dei propri allievi trae prestigio e gli allievi stessi entusiasmo e motivazione, i dirigenti soddisfazione, i genitori orgoglio. Che cosa, allora, non và? Molte aspetti, a nostro modo di vedere, che riguardano sia il presente che il futuro del giocatore.
Se la vittoria  rappresenta giustamente in ogni campo il fine ultimo del competere,  nel settore giovanile under dieci, under dodici a volte anche under quattordici, essa può essere un elemento limitante e non indicativo sia nello sviluppo tecnico che in quello mentale della gestione della partita. In effetti come conciliare lo sviluppo delle capacità coordinative e di