Se siete tipici
giocatori di tennis ben saprete che il numero di punti da voi cedutii
commettendo errori non forzati è infinitamente maggiore del numero di
punti conquistati meritatamente dal vostro avversario con dei winners.
Va da sé che riducendo la vostra quota di errori, potrete incrementare il
numero di quindici a vostro favore.
Ci sono molti modi per ridurre la percentuale di errori, ed alcuni dei
quali sono l'oggetto di questo articolo.
Un miglioramento nella
meccanica del colpo, un grande allenamento e una miglior concentrazione
sono i modi più ovvi per ridurre la percentuale di errori, e proprio per
la loro ovvietà non li prenderemo in considerazione.
Una più accurata selezione dei vostri colpi, uniti ad una diversa scelta
della racchetta o della incordatura possono condurvi alla riduzione dei
vostri errori, se avrete la pazienza di seguire i consigli che qui vi
daremo.
ERRORI LATERALI
Gli errori, nel
tennis, avvengono o perché la palla finisce in rete, o perché la giocate
lunga (un errore di profondità), oppure larga (un errore laterale).
Se aveste la costanza di indirizzare i vostri colpi in modo che la palla
ricada sempre centralmente nel rettangolo di gioco, avreste a disposizione
un ragionevole margine d’errore (un angolo di circa dieci gradi) prima che
la palla finisca larga a destra o a sinistra. Inoltre facendo rimbalzare
vostri colpi corti e lontano dalla riga di fondo campo, il vostro margine
d'errore diminuirebbe ancora.
Il fatto è che molti di voi non vogliono giocare in sicurezza,
indirizzando ciascun colpo nel centro del campo.
Spesso e volentieri cercate gli angoli o forzate lungolinea. Potreste
voler passare il vostro avversario a rete o rischiare ogni tanto il colpo
vincente, o comunque giocare lontano dal vostro avversario in modo da
farlo correre. Scegliendo queste soluzioni è scontato che aumentiate la
vostra possibilità di incorrere in errori laterali.
Tuttavia, potete ridurre la probabilità di tirare largo, sia che cerchiate
gli angoli incrociando oppure che proviate una soluzione in lungolinea,
purché teniate sempre a mente questo fondamentale consiglio: non cambiate
angolo alla palla!
Cosa intendo dire?
Semplice: se il colpo vi arriva incrociato, restituitelo incrociato. Se vi
arriva lungolinea, rigiocatelo lungolinea.
Quando cambiate l'angolo alla palla, cercando di restituire incrociato un
colpo che vi è arrivato lungolinea o viceversa, state cercando guai.
La ragione ? E' da ricercarsi nell'interazione fisica tra palla e
racchetta.
Colpendo senza cambiare l'angolo, l'impatto della palla risulta
perpendicolare alla faccia della racchetta al momento del contatto, e di
conseguenza la palla uscirà dal piatto corde nuovamente in una direzione
perpendicolare alla vostra racchetta, sia che colpiate piano o forte.
La palla potrà finirvi fuori soltanto a causa di una preparazione
inefficace o esagerata, ma sempre nella direzione dettata dal finale del
vostro colpo, cosa che assolutamente non succede con i cambi di direzione.
Infatti, in questo caso la direzione della palla finita out dipende
unicamente da quanto velocemente colpite.
Maggiore è la velocità relativa all’interazione palla –racchetta, maggiore
sarà la probabilità che la palla sia perfettamente perpendicolare al
piatto corde. Se il vostro movimento sarà lento, allora la palla lascerà
la racchetta con un angolo più ampio.
Perciò, quando rispondete durante lo scambio cambiando angolo alla palla,
le chance d'incorrere in un errore, spedendo la palla larga, dipendono da
quanto e come velocemente eseguirete il movimento.
Se non cambiate direzione alla palla la vostra esecuzione influenzerà in
minor misura la giocata e la possibilità di commettere un errore laterale
diminuirà.
Questa considerazione deve determinare la vostra scelta.
Lo stesso consiglio è applicabile se giocate una volée: non cambiando
angolo, proseguendo il movimento nella direzione del vostro colpo, la
palla finirà assai vicino a dove volete che finisca; se invece, si cerca
di bloccare il gesto durante l'esecuzione della volée, e si prova a
cambiare angolo, la palla vi scapperà via con un angolo d'incidenza
maggiore e finirà probabilmente larga.
Bisogna comunque tener conto del fatto che restituendo ogni palla nella
stessa direzione di provenienza, il vostro avversario potrà velocemente
recuperare il colpo, per quanto ben giocato.
Ecco perché sapere ciò che accade durante l'interazione palla-racchetta, e
ciò che comporta cambiare angolo alla palla, vi può portare a ridurre il
numero degli errori: se il colpo giocato dal vostro avversario vi
costringe a ribattere in condizioni precarie e a colpire la palla non
troppo forte, allora mirate un po’ più verso il centro del campo, mentre
se avete l’occasione di una palla comoda da “picchiare” potete mirare con
maggior fiducia verso gli angoli o lungolinea.
La regola secondo cui l'angolo di riflessione è uguale all'angolo
d'incidenza è valido per un fascio di luce riflesso da uno specchio, non
per una palla da tennis colpita da una racchetta.
Spesso, quando vi trovate decisamente avanti nel punteggio di un match, è
facile che vi lasciate andare un po' e prendiate a giocare con
un'eccessiva disinvoltura e che per questo motivo prendiate a colpire con
meno efficacia: facendo questo pensate di ridurre il margine di errore e
invece vi mettete nella condizione di commetterne. Infatti continuando ad
indirizzare la palla nello stesso modo, soltanto colpendo più piano,
avrete come risultato che palle che prima vi finivano lungolinea adesso
inizieranno a cadervi fuori dal rettangolo di gioco.
Un problema analogo può essere il risultato d'un cambio nella strategia di
gioco nel mezzo d'un match. Incominciate a pensare sempre più
insistentemente all'esito finale dell'incontro, e invece di attuare il
vostro gioco, prendete a voler giocare in sicurezza.
Di nuovo, palle che precedentemente finivano lungolinea inizieranno a
cadere in corridoio. Finirete col fare più errori, non certamente meno.
Chi vi guarda (avversario compreso) penserà che siete cotti, che vi è
venuto il “braccino”, quando invece il tutto è addebitabile al fatto che
non conoscete le leggi della fisica.
ERRORI DI PROFONDITA'
Se nel tennis gli
errori laterali sono legati principalmente alle geometrie del campo, gli
errori nel senso della lunghezza o della profondità invece dipendono da
molti fattori, e il vostro margine di sicurezza è spesso d'un un ordine di
grandezza più piccolo rispetto a quello degli sbagli laterali. Diventa
interessante perciò seguire quello che io chiamo "giocare attraverso una
finestra".
Seguitemi.
Perché il vostro colpo risulti buono deve essere inviato attraverso...
una finestra, o in una finestra virtuale determinata dall'angolo
verticale generato dalla palla che lascia la racchetta, sorvolando la
rete sino al rimbalzo in campo, o da una effettiva finestra situata appena
sopra la rete, il bordo superiore della quale corrisponderà al rimbalzo
della palla verso la linea di fondo.
Ad una certa velocità, se la palla passerà oltre il bordo ipotetico
della nostra finestra, potete stare certi che la vostra palla atterrerà
oltre la linea di fondo campo.
Le dimensioni della finestra diminuiscono in modo sensibile se la velocità
della palla aumenta, ma tornano ad elevarsi se aggiungete topspin al
vostro colpo.
Quando la palla non è colpita forte, dopo che ha superato la rete, a causa
della gravità, ha più tempo per ricadere in campo prima che raggiunga la
linea di fondo. Quindi, le dimensioni della finestra aumentano se non
colpite la palla troppo forte.
La finestra diventa un po' più grande anche se aumentate l'altezza del
vostro colpo.
Più è grande la vostra finestra e meno probabilità avrete di commettere
errori, mentre più sarà piccola più la palla non riuscirà a passarci
dentro.
Se sceglierete di giocare sempre con una finestra larga e una ridotta
variazione nell’esecuzione dei vostri colpi (intesa come regolarità di
gioco, non come monotonia) partita dopo partita, ben presto sarete
conosciuti come giocatori solidi, che non si battono da soli.
Se invece sceglierete d'utilizzare una finestra piccola (colpendo una
palla troppo forte, per esempio), allora avrete grandi difficoltà a
raggiungere la vittoria, e molti punti si concluderanno assai presto con
un vostro errore, anche se avrete provveduto ad avere un ragionevole
controllo.
Spetta a voi la scelta della dimensione della finestra e di conseguenza
anche la percentuale d'errore.
Se volete colpire la palla forte, farete molti errori, sia perché la
finestra è più piccola, sia perché è assai più difficile controllare la
racchetta giocando un colpo violento.
Allenarsi e correggere la meccanica dei colpi può ridurre le differenze
nei vostri colpi punto dopo punto, ma non è così che si può cambiare la
dimensione della "finestra" verticale.
Solo un'attenta scelta delle giocate può ottenere questo risultato.
Il fatto che i colpi con una velocità superiore abbiano una finestra più
piccola (e conducano a più errori) può portarvi ad un'imprevista fonte di
guai.
Quando la palla vi arriva a gran velocità, se cercherete di rispedirla al
mittente colpendola in modo usuale, rinvierete una palla ancora più
veloce.
Questo perché la velocità d'uscita della palla è data dalla formula:
V
del colpo = e* V d'incidenza + (1 + e) * V della racchetta
dove il parametro di
e è di circa 0.40.
Questo significa che, se la palla arriva verso di voi colpita forte, a
meno che non riduciate la vostra velocità d'esecuzione, la vostra risposta
sarà necessariamente dotata d'una velocità superiore.
Il risultato sarà una riduzione della vostra finestra per la riuscita del
colpo, e un incremento della vostra percentuale d'errore. Se non volete
che questo vi accada, dovete ridurre d'un pochetto la vostra velocità
d'esecuzione, quando il vostro avversario vi spara la palla contro.
Prendetelo come un "bonus" che vi permetterà un miglior controllo della
testa della racchetta.
Giocando forte, potete aumentare le dimensioni della finestra imprimendo
del topspin. L'effetto topspin provoca una forza addizionale alla gravità,
che trascina ulteriormente verso il basso la palla aumentando la
probabilità cada in campo, anche se, d'altro canto, il liftare la palla
porta con sé qualche difetto.
Molti giocatori non hanno praticamente controllo quando si azzardano a
colpire in topspin, infatti, indipendentemente dalle dimensioni della
finestra, i loro colpi vengono sparacchiati e spesso finiscono fuori dal
campo.
Una delle ragioni per cui questo accade può dipendere dal fatto che dopo
il rimbalzo la palla vi arriva già con un considerevole topspin dovuto
all'attrito tra la stessa palla e la superficie di gioco. Quando provate a
rispondere aggiungendo il vostro lift, non solo dovete affrontare la
palla, ma dovete preoccuparvi anche di affrontare un colpo che vi arriva
già carico di rotazione.
A seguito di questa considerazione dovete preparare il colpo una volta e
mezza più velocemente di quanto fareste per giocare un colpo piatto.
Un movimento strappato vedrà la perdita di controllo aumentare oltre il
50% e diventare la causa maggiore d'innalzamento dei vostri errori.
I colpi giocati in backspin, imprimendo un taglio sotto alla palla, vi
impongono comunque una finestra ridotta perché la palla tende a fluttuare
nell'aria dopo aver superato la rete (l'interazione del backspin con
l'aria imprime una forza verso l'alto alla palla che contrasta la forza di
gravità). Molti giocatori di medio livello però sembrano capaci di
giocare un solido colpo choppato e di saperlo indirizzare verso una
finestra di modeste proporzioni per il fatto che questi giocatori non
hanno bisogno di colpire la palla molto forte per doverla rinviare, perché
il colpo che gli arriva aveva già acquisito topspin rimbalzando.
Così tutto quello che devono fare è soltanto invertire la direzione della
palla, in quanto essa ruota già nel senso giusto.
Non avendo bisogno di schiaffeggiare la palla veramente forte, questi
giocatori possono usare un colpo compatto, giocato con una modesta
preparazione, avendo pure un buon controllo della testa della racchetta.
Spesso questo è loro sufficiente per compensare le ridotte dimensioni
della finestra.
Esse possono anche essere aumentate ad ogni colpo (diminuendo così le
probabilità di commettere errori) colpendo la palla quando questa è alta,
l'opposto di quando questa è all'altezza... delle caviglie.
La traiettoria della palla che ci arriva non sempre però ci permette
questa opzione, e molti giocatori si ritrovano a non avere la potenza o
il controllo per poter giocare certi colpi all'altezza delle spalle, ma se
si può colpire la palla quando sale, tanti errori verticali potranno
essere ridotti.
Un'altra
considerazione riguarda lo scegliere il lungolinea contro un incrociato,
quando si gioca da un angolo.
Questo l'abbiamo già preso in esame quando abbiamo considerato il cambio
di direzione, ma ora vorremmo analizzare questa situazione rispetto agli
errori di profondità.
La finestra verticale in un colpo riuscito è sempre più grande per un
colpo giocato incrociato piuttosto che per uno giocato lungolinea.
Questo perché il campo è più profondo giocando in diagonale, praticamente
la lunghezza ha le dimensioni di un'ipotenusa d'un triangolo che ha per
cateti la linea di fondo e quella laterale a voi più prossima. Detto
questo, potete ben capire perché giocando incrociato avete più campo a
disposizione, e più cercherete di colpire forte è più sarà vantaggioso
giocare in cross.
Se il vostro colpo difetta di velocità, allora potrete anche non
commettere tanti errori di profondità giocando lungolinea. Comunque,
conviene ricordare che “picchiando” la palla sarà sempre giocando
incrociato che commetteremo alla lunga meno errori.
Nota: Qui non c’è menzione al fatto che la rete sia più bassa al centro
(dove gli incrociati passano), perché riteniamo questo un fattore
marginale rispetto agli altri vantaggi che derivano dal giocare in cross.
ATTREZZATURA
Il telaio della
racchetta e l'incordatura unita al telaio medesimo possono ovviamente
influenzare il numero degli errori che potete commettere.
A lungo la letteratura legata al tennis ha dettato che più è alta la
tensione delle corde e maggiore è il controllo, il che significa meno
errori che si andranno a commettere.
Comunque, da nessuna parte nella suddetta letteratura troverete un solo
esperimento, un solo dato, una valida argomentazione scientifica che
confermi tutto questo.
Un articolo apparso nel numero dell'inverno 1999 di International Sports
Journal è stato il primo che abbia mostrato una misurazione per correlare
la tensione delle corde col controllo.
E' largamente conosciuto invece come una bassa tensione generi una
velocità, una potenza di colpo superiore, ma gli argomenti legati alla
correlazione tra tensione e controllo sono più legati all'aneddotica che
ad altro.
Durante il gioco, voi tentate di colpire la palla in un punto preciso
dell'incordatura, possibilmente il centro del piatto corde.
Colpendo scentrato, potreste commettere un errore.
Questo perché la palla uscirà dal contatto con le corde con un angolo
imprevisto, o con una velocità più bassa o più alta di quella desiderata,
e tutto ciò vi porterà ad avere una traiettoria di palla che spesso
finisce in rete o fuori dalla riga di fondo.
Quando la palla colpisce le corde in un punto che non è lungo l'asse lungo
della racchetta, verso la testa, il telaio avrà un torsione e il
contraccolpo originerà una velocità ben più modesta rispetto ad un colpo
correttamente centrato. Presupponendo che l'asse lungo della racchetta
risulti parallelo al terreno, un impatto sopra l'asse darà come risultato
una torsione del telaio, un angolo di risposta maggiore di quello
desiderato e anche una minor velocità di palla.
Questa combinazione di effetti (un angolo verticale più ampio e una minor
velocità di palla), conduce spesso a traiettorie di palla che possono
ancora cadere in campo. Però se la palla viene colpita sotto l'asse, la
palla avrà una risposta con un angolo minore di quello desiderato così
come minore sarà la velocità della palla, con il frequente risultato di
finire in rete.
Si potrebbe pensare allora che una strategia per ridurre gli errori sia
quella di colpire se non proprio in centro almeno sopra l'asse, ma
conseguenza indesiderata di tale ricerca sarebbe il ben noto "gomito del
tennista", una patologia dovuta ai microtraumi cagionati dalla torsione
del telaio costretto a colpire sempre fuori asse.
La riduzione frazionaria della velocità della palla in uscita dipende da
quanto lontano dall'asse avviene l'impatto e dalla proprietà fisica della
racchetta definito "momento d'inerzia della racchetta", lungo l'asse
lungo.
Più è grande questo momento nella racchetta, meno la velocità d'uscita
della palla verrà influenzata dall'aver colpito fuori asse e maggior
stabilità la racchetta stessa avrà rispetto alle torsioni.
Perciò, la palla uscendo da una racchetta con un maggiore momento
d'inerzia lungo l'asse verticale permetterà meno errori addebitabili
all'aver giocato un colpo scentrato.
E' regola generale che
una racchetta con un piatto corde più ampio ( il contrario è una wide
body, più spessa) abbia un momento di inerzia superiore e maggior
stabilità.
Un telaio che sia del 25% più ampio può arrivare ad avere un momento
superiore del 50%. Questo significa che usando una racchetta con un piatto
corde più grande avremo come risultante la possibilità di commettere meno
errori in ordine ai colpi scentrati.
Howard Head sapeva bene cosa voleva fare quando ha creato la prima Prince
oversize, "il racchettone".
Se la palla colpisce la racchetta lungo l'asse lungo, ma in una zona
differente pur sulla lunghezza dello stesso asse ( vicino alla punta
oppure alla gola, ad esempio), ecco che gli errori di profondità possono
tornare a fare capolino.
Per molte racchette , così come nei classici colpi al rimbalzo, la
velocità della palla in uscita decresce in ragione di quanto il punto
d'impatto va dalla gola del telaio verso l'estremità, pur se gli altri
parametri rimangono costanti.
Se state cercando di colpire la palla al centro del piatto corde per
ottenere un colpo profondo, ma casualmente colpite verso la gola della
racchetta, il colpo potrebbe risultare lungo perché la palla uscirà dalla
racchetta con una velocità superiore a quella desiderata.
Questo può essere compensato dal colpire consapevolmente i vostri normali
colpi (con impatto centrale) in modo che rimbalzino corti. Così facendo
anche le palle scentrate verso la gola della racchetta atterreranno in
campo.
Questa è un strategia prudente, ed è pari a quella che si attua colpendo
meno forte per assicurarsi una finestra più ampia e un minor numero di
errori.
Alcune delle racchette moderne, quelle molto rigide, ma molto leggere e
maneggevoli, hanno spostato la zona d'erogazione della potenza più verso
la testa della racchetta.
Quando l'azione di uno di questi telai viene a combinarsi con un movimento
di polso ( non il classico lungo, fluido colpo) l'effettivo punto di
massima potenza della racchetta può spostarsi vicino al centro del piatto
corde o addirittura coincidere con esso.
Questo perché il piatto corde si muove più velocemente della gola della
racchetta in questo tipo di soluzioni. Calcoli dimostrano che quando la
massima potenza è al centro del piatto corde, la variazione della velocità
della palla in uscita, dipendente da un diverso punto d'impatto, è
fortemente ridotta, comparandola con quella ottenibile con un telaio
classico e un colpo altrettanto classico.
In altra parole, il "power spot", la superficie laddove è possibile
ottenere la massima potenza, è più grande e regala maggior uniformità.
Chiaramente, questo ridurrà gli errori di profondità.
In più quando il punto di massima potenza è al centro del piatto corde c’è
un meccanismo incorporato per la correzione degli errori.
Ogni colpo scentrato uscirà dalla racchetta con una velocità leggermente
inferiore rispetto ad uno correttamente colpito. Cercando di colpire
sempre correttamente al centro del piatto corde in modo che la palla
atterri profonda, gli errori di lunghezza ( palla che finisce oltre la
linea di fondo campo) dovuti alla variazione della collocazione
dell'impatto saranno automaticamente ridotti, questo perché ogni colpo
scentrato, avendo minore velocità atterrerà più corto
Poiché questo effetto torna a vostro vantaggio, potete colpire i vostri
colpi in modo profondo, cercare la riga di fondo campo, e giocare in modo
decisamente più aggressivo.
HOWARD BRODY è professore di Fisica alla Università della Pennsylvania.
Per
gentile concessione della PTR Europa. |